Atacama
Emanuele
Daniele Gasparri
Se è vero che la pandemia ed i lunghi periodi di isolamento, ci hanno costretto a riflettere di più su noi stessi e sui nostri stili di vita, è altrettanto vero che, per lo stesso motivo, c’è stata una vera e propria esplosione di passioni e passatempi magari dimenticati, riscoperti o scoperti per la prima volta.
Accade così che discipline un tempo considerate di nicchia, grazie al maggior tempo libero e alla necessità di impegnarlo in modo più costruttivo, si siano allargate a macchia d’olio ed abbiano coinvolto un numero sempre maggiore di utenti rispetto al passato.
Una di queste è certamente l’astronomia, o per dirla in modo semplice, la voglia di scoprire ed osservare meglio il firmamento e le infinite meraviglie che può offrire.
Curioso è stato scoprire, attraverso una delle pagine di divulgazione astronomica più belle e conosciute, con oltre 500mila follower, che si possano trovare nel web (Passione Astronomia fondata da Pasquale D’Anna), che un ragazzo umbro purosangue, Daniele Gasparri, classe 1983, dal suo paese di nascita, Collazzone, con uno zaino sulle spalle ed una passione infinita per l’osservazione astronomica che coltiva da quando era bambino, ha lasciato la nostra bella regione con l’intenzione di seguire sino in fondo la sua passione ed il suo amore incondizionato per le stelle.
Terminate le scuole, si trasferisce quindi a Bologna per iscriversi alla facoltà di Astronomia e già nei primi anni universitari, inizia una prolifica collaborazione con la rivista Coelum, specializzata nella divulgazione astronomica. Questa esperienza sarà in realtà uno dei primi punti di svolta nella sua vita, dato che gli farà scoprire la passione per la scrittura e la divulgazione appunto, per far conoscere agli altri le stesse meraviglie a cui dedicava ogni giorno della sua vita.
Quando gli chiedo se avesse mai dubitato della sua scelta accademica, essendo una facoltà sicuramente prestigiosa ma probabilmente con sbocchi lavorativi non immediati, mi risponde deciso:
“Assolutamente no! L’osservazione delle stelle è tutta la mia vita, non avrei potuto immaginare altro che questo come percorso di studio e come sogno da realizzare!”
Grazie alla casa editrice Springer di Corrado Lamberti, grande collaboratore ed amico di Margherita Hack, pubblica il suo primo libro, il primo passo verso un’opera costante e minuziosa volta a far conoscere il più possibile i segreti del cielo stellato anche a chi magari non ha mai fatto una sola osservazione astronomica, ma ha quell’istinto atavico ed innato dell’uomo, di voltare il naso all’insù e di chiedersi per quale assurdo motivo abbiamo avuto il privilegio di nascere su questo piccolo e meraviglioso pianeta.
Dopo la prima pubblicazione, che ha un successo immediato, Daniele decide di dedicarsi totalmente a questa nuova attività che gli permette sia di mantenersi materialmente, sia di sviluppare e mettere a frutto la sempre maggiore passione per la divulgazione. Al primo libro ne seguiranno ben altri 34, prevalentemente tutti pubblicati con lo strumento del self publishing, diventando così un vero punto di riferimento nel suo settore.
Il percorso di studi ebbe quindi un rallentamento rispetto allo standard accademico, ma ciò non gli impedì comunque di completarlo e di laurearsi come Astrofisico, il tutto sempre mantenendo ben viva la passione per l’osservazione astronomica e per l’altrofotografia che gli ha permesso nel corso degli anni di immortalare immagini strepitose della volta celeste, attività anche questa che coinvolge sempre più utenti in tutto il mondo.
Passione coltivata con così tanto scrupolo e dedizione tali, da essere stato parte di un team di appassionati sparsi su tutto il territorio nazionale che, coordinati dal Professor Mauro Barbieri, furono i primi astronomi a scoprire un pianeta extra solare con strumentazione amatoriale.
Che emozione si prova per una scoperta del genere?
“Indescrivibile! Era la prima notte di osservazione ed il primo vero tentativo, siamo stati molto fortunati!!”
Frase questa da cui si deduce facilmente l’umiltà di questo scienziato, e quando da ignorante in materia gli chiedo quale sia il nome del pianeta credendo erroneamente che la regola delle comete, per cui chi le individua gli assegna il nome, valga anche in questo caso, mi risponde divertito:
“Si chiama HD17156B, per gli amici B!! Sai, è piuttosto noto che gli astronomi non sappiano dare i nomi alle cose che osservano…” e sorride divertito.
Poi cosa è successo?
“È successo che giunto al termine del percorso di studi, avevo in mente la realizzazione del sogno di una vita: raggiungere anche solo da turista il deserto dell’Atacama in Cile, il luogo dove sono concentrati tutti i più grandi osservatori astronomici del mondo, di proprietà dei vari consorzi internazionali. Andarci per poter almeno una volta nella vita dire di esserci stato e aver visto dal vivo quegli strumenti incredibili!!”
Ma come si suol dire la vita ed il caso giocano spesso con le strade che percorriamo e così, quello stesso professore che lo aveva contattato per la ricerca del pianeta, lo chiama di nuovo ricordandosi proprio del sogno di Daniele e, dopo averlo informato di essere appena diventato il direttore dell’Istituto di Astronomia e Scienze Planetarie dell’Universita di… Atacama, lo invita a seguirlo in Cile per un dottorato di ricerca.
Nel 2017 questo umbro, questo sognatore con gli occhi costantemente rivolti al cielo, parte per l’altro capo del mondo e va a realizzare il suo più intimo e magnifico sogno, proprio lì dove la cordigliera delle Ande scende rapida dalle sue altezze vertiginose fino a schiantarsi con l’oceano pacifico, con questo enorme e arido terrazzo sospeso in cielo che è il deserto dell’Atacama.
Sentirgli raccontare gli scenari naturali immensi e per noi europei forse inconcepibili di quel continente incredibile che è il Sud America, lascia veramente senza parole e più di un brivido sulla pelle. È curioso che proprio in quel luogo cosi selvaggio, indomito ed immenso l’uomo abbia concentrato tutti i suoi principali sforzi per l’osservazione astronomica. La motivazione è legata chiaramente alla nitidezza e al buio assoluto che pochi luoghi al mondo possono avere come quello, ma fa uno strano effetto immaginare questi piccoli esseri umani che con la loro capacità e conoscenza, proiettano proprio da lì le speranze ed il sogno di scoprire nuovi mondi e nuove stelle.
Lì Daniele si occupa dello studio agli infrarossi delle galassie, per comprenderne l’età, le fattezze e l’evoluzione nel tempo, ma quando gli chiedo se ancora oggi, con questo sogno realizzato, riesce a trovare il tempo per osservare con il suo telescopio amatoriale le stelle, non esita a rispondermi:
“Certo, tutte le volte che posso! Prendo la macchina, mi allontano dalla città che mi ospita da ormai cinque anni, Copiapò, mi ‘perdo’ in qualche luogo lontano da tutto, cosa piuttosto facile da quelle parti”, ride divertito e con gli occhi sognanti conclude, “e poi trascorro intere nottate ad osservare e fotografare le stelle”.
Ci piace immaginarlo così, questo astrofisico sognatore partito dalla provincia di Perugia: avvolto dalle Ande, dal deserto di Atacama e dall’oceano, perduto laggiù ai confini del mondo, mentre osserva l’infinito e ce ne rende un pò partecipi.
Da qualche parte, qualcosa di incredibile sta aspettando di essere scoperto